il libro
di
Giovanni Battista Zanardo
Giobatta Zanardo nasce a Cavarzere il 27/2/1941.
HO DIO
Nel mio triste dolore
Svanisce lo sconforto,
PADRONANZE UMANE
Siamo solo padroni
Al domani pensiamo
DICONO LE FOGLIE
Vi sbatte il vento
Verrà il giorno,
Un destino triste
POTESSI
Potessi la tua mano
Ma sono fra quelli
Potessi parlarti
STRANIERO FRA GLI ANGELI
Quanta, quanta calma
Ogni albero brillo
agli Angeli inviarmi
OLTRE L'OLTRE
Porta dorata
L'ULTIMO ECO
Con le tante luci
VITE SPOGLIA
I grilli ti fanno la serenata
Un grillo curioso or s'avvicina
come me forse: anch'egli pensa
PRIME GIOIE
Cullato dai ritmi dolci
A LENTI PASSI
Pochi passi ancora
Come in questo
Per raggiungere
DUBBIO
Voci di raganelle
COLLANA "POETI DELLA NUOVA ITALIA"
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Ricordi d'Autunno
(Segnalazione al 6° Concorso bandito dalla rivista "IL LETTERATO", diretta da Luigi Pellegrini)
Già dai primi anni della sua vita e durante l'istruzione primaria, trascorre le sue giornate nel negozio di papà Pasquale
(chiamato "Cesco del ponte") aperto nei pressi del ponte di Rottanova fin dal 1931.
Cesco, che sa leggere e scrivere, cosa assai rara nei primi anni del dopoguerra, diventa un punto di riferimento per la popolazione
di Rottanova, per la maggior parte analfabeta.
Giobatta, pertanto, cresce nel suo negozio (che poi gestirà) confrontando quotidianamente tante persone provate dalla povertà.
Giobatta, fin da ragazzo, manifesta un animo umile e un particolare interesse per la letteratura. Pubblica, nel 1958, all'età di 17
anni, alcune poesie scelte dagli editori da un ampio repertorio.
Al primo impatto, dalle sue poesie, traspare malinconia e tristezza di dover, un giorno, lasciare la vita terrena. In realtà Giobatta
è una persona estremamente solare e gioiosa. Ama il prossimo nel vero e proprio senso cristiano ed è questo che vuole imprimere nei
cuori attraverso le sue poesie.
Il suo pensiero: "Nessuno di noi ha il diritto di trattare male il prossimo; abbiamo tutti lo stesso valore di fronte a Dio. Se ci
comportiamo bene, non dobbiamo temere la morte che naturalmente fa parte della vita".
Giobatta viene a mancare il 28/7/1998 all'età di 57 anni. Lascia nei cuori della sua famiglia (la moglie Andreina e i quattri figli
Francesco, Alessandro, Martina e Erica) e di tutte le generazioni, soprattutto di giovani passati nel suo negozio, il ricordo meraviglioso
di una persona giusta, umile e raffinata.
sento: una calda voce, chiama,
è un dolce canto: l'amore
che il cuore spesso brama.
si placa ogni disio;
quale pace al mio torto,
quella voce, era Dio.
dell'attimo fuggente
e ci facciamo predoni
della vicina gente.
facciamo progetti
e non ci accorgiamo
di essere: vermi infetti.
e in quel fruscio dite:
non datevi tormento
son tanto corte le vite.
il di ohimè verrà
e dal proprio attorno
ognuno come noi cadrà.
colpisce o colpirà,
nulla, nulla resiste
nemmeno la bontà.
gelida: stringere
e con essa l'umano
che hai poter di spingere.
che dovrai colpire:
che ai giorni belli
dirà: devo partire.
o signora dolce e vaga,
potessi gridarti
quanto sei forza e piaga.
nel suo seno perde
la terra. E su quest'alma
si posa il dolce verde.
come il verde è speranza
e sembrano con un trillo
di arcana baldanza,
ma sono straniero
ai loro risparmi.
Sono un mortal demone nero.
perchè non ti schiudi?
Che importa la morte
tu sola m'illudi.
Oltre il terreno
patetico e triste,
oltre a chi resiste,
vedo celarsi
spettro dolce e oblio
il tuo affermarsi.
Potente mio Dio.
allienate, lungo
la tua stretta via
o Rottanova mia
presenti:
i tanti eroi che:
dal buio tornano;
per ricordarmi,
per ripetermi
forte: hai un'anima.
se pure tu sia ormai spogliata,
dei bei grappolini d'uva nera
che a tutti mostravi fiera.
e con la sua debole vocina
con me piangere forte sembra
che: lo spogliarsi delle tue membra
ricorda lo spogliarsi dell'esistenza.
dell'ancor timida primavera
avanzo nel buio della sera
un buio che non cela dolor.
La viuzza degli antichi
e nostalgici canti
torna piena di vanti
dall'inverno che muor.
e la strada d'ora:
cambierà.
un nuovo anno:
solcherà.
l'ultimo tratto
che: pagherò.
nella notte stellata,
ecco il tuo canto
o dolce Rottanova
che nella mente
imprime
lieta memoria.
Ma oscuri passi,
fango ancora c'è
sulla mia viuzza
e ritorna il triste.
Canti lieti, sguardi tristi
anima mia resisti,
domani quest'ora
scordata sarà.
è Stato impresso il 30-6-1959 coi tipi delle Grafiche SERAFINO,
per conto delle Edizioni dell'O.C.R.I.L., Cosenzia, Via Roma, 74.