il libro
di Dario Toffanello
- (Le foto della) Presentazione del libro - 5 aprile 2012 - Cavarzere, Sala Convegni Palazzo Danielato
- Dario Toffanello è laureato in Storia della società europea all'Università Ca' Foscari di Venezia.
- Altre pubblicazioni:
Il libro "SOLESINO E I SUOI AMBULANTI tra Otto e Novecento"
è acquistabile presso le cartolibrerie di Cavarzere e online TORNA A Poesie e racconti
Nell'immaginario collettivo Solesino è (ovviamente) il paese dei ladri. Sul suo conto si usano
dire frasi colorite e poco cordiali: "A Soesín se pianta i fasói col s-ciópo", "A Soesín no
ghé bisogno del simitero" 1 , perché tutti tirano le cuoia in prigione. E già a fine
'800 Antonio Pasini, poeta vagabondo nato proprio qui, scriveva tra i suoi versi: "Per fama
dicesi in Solesino / piantar fagioli e nasce un assassino" 2 .
Aggiungiamo pure che Solesino è un paese di trafficoni, visto che molti giurano non vi sia merce
i suoi abitanti non possano procurare, di riffa o di raffa. D'altronde fino a qualche anno fa
potevano decidere se muovere la propria auto con i carburanti tradizionali o con il cosiddetto
"benzolo", qui smerciato sottobanco ad un costo vantaggioso.
Nelle sue vie si incontrano numerosi negozi d'antiquariato che espongono un po' di tutto, da
bizzarre statue da giardino a vecchie ruote di carro che sembrano uscite da un film western. Si
tratta di un business nato negli anni sessanta, quando i solesinesi vendevano bambole o sdrai per
le campagne chiedendo in cambio non soldi ma vecchi oggetti metallici ormai inutilizzati,
rivenduti poi ai collezionisti.
Ma bambole e sdrai rappresentano solo due tra gli innumerevoli articoli smerciati porta a porta o
nelle piazze del mercato. Dando ascolto a Tiziano Merlin 3 il solesinese è difatti l'uomo (e la
donna) dai cento mestieri, che su proposta di Don Giacomello, parroco e arciprete di questo
paese negli anni '40-'50-'60, al posto del settimo comandamento "non rubare" ha sostituito il più
adatto "non baucare 4", sintomo della sua avversione allo starsene con le mani in mano.
2 F. Selmin, Il poeta vagabondo. La vita e l'opera di Antonio Pasini da Solesino, Verona, Cierre, 1995, p. 11.
3 T. Merlin, Criminalità e lotte sociali nel Veneto meridionale 1850-1950. Appunti per una possibile interpretazione, Terra d'Este n°2, anno 1, Este, 1991, pp. 43, 44. Tiziano Merlin, storico locale originario di Pozzonovo, si può considerare tra i più grandi conoscitori della bassa padovana. Tra le sue opere Storia di Monselice, Padova, Il poligrafo, 1988; Gli anarchici, la piazza e la campagna, Vicenza, Odeonlibri, 1980.
4 Secondo G. Sparapan, Dizionario della parlata veneta tra Adige e Canalbianco, Banca di Credito Cooperativo padana orientale San Marco, Rovigo, 2005, "baucare" vale "fantasticare, essere trasognato; vaneggiare", mentre baùco vale "sciocco, credulone; sbadato". Merita una riflessione il fatto che ad essere sostituito sia stato proprio il comandamento "non rubare".
- "La storia orale era una bestemmia", intervista a Marco Fincardi, in "Il microfono rovesciato", di A. Casellato, Istresco, Treviso, 2007;
- "Appendice sui rituali giovanili in Polesine", in "Il rito della derisione", di M. Fincardi, Cierre edizioni, Verona, 2009;
- “Chioggia 1860-1866. Fatti e personaggi nel fondo della presidenza di Luogotenenza” per la rivista culturale “Chioggia”, ottobre 2010.
edito da
Edizioni Nerbini
nell'anno 2013