Nato nel 1856, il conte Francesco Salvadego Molin, figlio di un cospiratore del patrio Risorgimento, poi deputato costituzionale (che fu anche sindaco di Brescia, vice sindaco di Padova, sindaco di Cavarzere e consigliere provinciale), venne ancor giovane a Cavarzere. Nel periodo prefascista, fu consigliere comunale e provinciale, delegato alla Camera di commercio e, dal 1922 al 1925, presidente dell'ospedale civile di Cavarzere, da lui dotato del primo gabinetto radiologico.   
All'epoca in cui tutto era basato sull'iniziativa privata, scarse erano le provvidenze pubbliche e inesistente il credito agrario, Francesco Salvadego Molin fondò il Sindacato agricolo di Cavarzere (trasformato poi in Consorzio agrario cooperativo) per procurare agli agricoltori tutto ciò di cui abbisognavano, istituzione della quale fu presidente sino al 1926.   
Nel 1907, si rese promotore della distilleria di Cavarzere, che Ilario Montesi trasformò in seguito in un grande complesso saccarifero italiano. Nel 1908, istituì la Banca Cooperativa del Sindacato Agricolo (di cui fu pure presidente sino al 1928), allo scopo di procurare i fondi al consorzio e il credito ai propri soci.   
Sotto la guida del conte Salvadego Molin, inoltre, si costituirono a Cavarzere il Comitato contro la malaria, piaga della zona, e quello antitubercolare per il risanamento delle popolazioni. Fu fondata la Cattedra ambulante di agricoltura, per l'assistenza tecnica agli agricoltori. Si organizzarono varie e importanti mostre zootecniche e agricole.   
Combattente della prima guerra mondiale col grado di colonnello degli Alpini - nella quale si distinse per il suo coraggio in varie operazioni - Francesco Salvadego Molin avvertì nel dopoguerra anche il problema dei reduci. Fece costituire e finanziò, sia personalmente che attraverso la Banca, presso la quale si rese garante, cooperative di consumo, di lavoro e di braccianti.   
Morì improvvisamente a 72 anni, nel 1928.
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Tra gli uomini volonterosi e amanti di Cavarzere che all'inizio del 1900 diedero vita a nuove opere per favorire e incoraggiare lo sviluppo agricolo e industriale del paese e promossero l'elevazione morale e materiale del popolo primeggiò la figura di Francesco Salvadego Molin. Uomo di gran cuore e dotato di un'intelligente operosità, sostenitore della cooperazione, egli mise a disposizione il suo ingente patrimonio per sollevare la depressa situazione economica della zona, pur avendo avuto il non indifferente compito di ripristinare il patrimonio del padre Giuseppe, compromesso dalle opere di bonifica che aveva intrapreso.
dal libro Cavarzere attraverso i tempi di Rolando Ferrarese
Il busto bronzeo e la targa in onore del conte Francesco Salvadego Molin
presente nel foyer del teatro "T.Serafin"
[clicca per ingrandire]
da IL Gazzettino del 29 settembre 1928:
"Solenni onoranze alla Salma del co.Salvadego-Molin"
[dall'Archivio personale di Rolando Ferrarese]