A proposito della sfilata dei carri allegorici di domenica 29 marzo 2015
(e-mail pervenutaci da G.P. che si trovava in visita a conoscenti)
3 aprile 2015


      Queste mie considerazioni nascono dopo aver vissuto una triste esperienza, il giorno ventinove marzo duemilaquindici, in una cittadina in provincia di Venezia dove mi trovavo casualmente in visita a conoscenti.
      Premetto di essere un cittadino Italiano, orgoglioso di esserlo, aperto a tutte le idee e rispettoso dei due principi, per me fondamentali, base dell’educazione ricevuta.
Principi che recitano:

“ Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te “

“ La mia libertà finisce quando limita quella degli altri”

      Principi, sempre da me tenuti fondamentali, ai quali, ho sempre cercato di attenermi e perseguire.
      Ritengo altresì importante la promozione di manifestazioni a carattere sociale, laiche, partitiche o religiose purché siano dei momenti di aggregazione e crescita per il tessuto cittadino.
      Domenica ventinove marzo, festività delle Palme, una delle festività più solenni per la chiesa cattolica e per tradizione, non solo Italiana, festività, la cui data è ben cadenzata nel calendario e ben nota. Con grande disagio ho assistito all'apertura delle quaranta ore di adorazione nel duomo, mentre in contemporanea sulla piazza della chiesa si svolgeva una sfilata di carri allegorici di carnevale disturbando notevolmente la concentrazione sull'evento religioso.
      Preciso che non ho niente contro le sfilate o contro il carnevale, anzi, sono molto entusiasta, ma come tutte le cose, hanno un tempo e un luogo, ma che in piena Quaresima, in concomitanza con questa importante festività si programmi un evento simile mi sembra sia improprio e che non ci sia alcuna sensibilità per il rispetto degli altri o peggio ancora, si voglia dare un impronta di svalorizzazione delle tradizione e delle aspettative della maggioranza a prevalenza cattolica. Mi sorge purtroppo il sospetto che non si voglia conservare la tradizione fondamentale Italiana, con le sue origini, nel rispetto del nostro vissuto, base identificativa del popolo Italiano.
      Ho cercato di capire il perché di questa manifestazione, mi è stato risposto che alla data programmata non era stato possibile farla perché pioveva. Ritengo pero che la scelta dello spostamento doveva essere ponderata con maggior sensibilità. Non sarebbe cambiato nulla spostandola di altri quindici giorni, ottenendo effetti sicuramente migliori.
      Scusatemi questa mio sfogo, ma ciò nasce perché ritengo ci sia la necessità di richiamare coloro che sono preposti a promuovere o coordinare eventi non lo facciano solo per dimostrare che fanno qualcosa o sulla spinta di pressioni di parte, ma devono essere arbitri di tolleranza e rispetto di tutti, visto che siamo Italiani, porre in prima istanza la difesa e la promozione del nostro essere Italiani con tutto quello che ne consegue.

Martignacco, 3 aprile ’15

Lettera firmata


Chi vuol commentare può inviare una mail alla Redazione (Flavio) scrivendo a:


Domenica 19 aprile 2015: nessun commento o risposta ci è finora pervenuta.
Il settimanale Nuova Scintilla, anch'esso destinatario della stessa lettera, così risponde:
" La cittadina cui si riferisce il nostro lettore, come sappiamo, è Cavarzere. Da anni insistiamo - ma purtroppo inutilmente - nel dire che il Carnevale non si fa in Quaresima!... "


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