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C'è una Cavarzere che non è segnata nella cartografia tradizionale, che non appare ad alcuno
se non a chi l'abbia vissuta in un certo periodo storico ben preciso.
"I luoghi della libertà", il volume presentato a palazzo Danielato domenica mattina,
determina proprio quella cartografia non solo a Cavarzere, ma in tutta la provincia di Venezia.
Presentato da Marco Borghi, direttore dell'Istituto veneziano per la storia della
Resistenza e della società contemporanea (Iveser), insieme alla collaborazione di Liana
Isipato, ex professoressa della scuola media Cappon di Cavarzere e tra le promotrici del
progetto sviluppato dalla provincia di Venezia.
"Si tratta di un lungo viaggio nello spazio e nel tempo alla ricerca dei luoghi che hanno
caratterizzato la Resistenza veneziana - ha introdotto Borghi - lungo i 120 chilometri che
separano le foci dell'Adige dal Tagliamento, ovvero Cavarzere da Portogruaro le più importanti
ed esterne località della provincia di Venezia".
"l'idea di una guida che potesse raccogliere e illustrare sinteticamente questi luoghi di
memoria - ha continuato Borghi - era uno dei propositi dell'Istituto, alla ricerca di persone
che potessero, con le loro testimonianze, far riscoprire una parte sommersa e sconosciuta
dell'esperienza partigiana.
Nel 2006, grazie anche all'assessorato all'educazione della provincia di Venezia, abbiamo
raccolto un gruppo di ricercatori per comporre una serie di percorsi della guerra e della
Resistenza nella nostra provincia"; tra questi ricercatori, Liana Isipato, che ha eseguito
le ricerche per quanto riguarda il territorio di Cavarzere, devastato durante la Seconda guerra
mondiale, nel quale è stato individuato un percorso di circa 30 chilometri.
"Un'ora e mezza in auto, soste comprese, oppure quattro ore circa in bici - ha spiegato la
professoressa Isipato in riferimento al percorso - con partenza dal Municipio di Cavarzere,
passando davanti all'ex Casa del Fascio, ora sede dell'uffico del giudice di pace e luogo dove
le Camice nere interrogavano gli antifascisti, per poi attraversare i ponti sull'Adige e sul
Gorzone, oggetto dei bombardamenti Alleati. Poi si gira verso Villaggio Busonera, fin davanti
al monumento del dottor Flavio Busonera eretto nel 1974. Il giro prosegue poi verso Boscochiaro,
attraversando il ponte sul Gorzone e salendo sull'argine dell'Adige fino in località Malipiera,
dove nel luglio '44 ci fu uno scontro tra partigiani e fascisti della X^ Mas, dove morirono tre
fascisti per mano di Eolo Boccato, capo dei partigiani comunisti di Adria.
La tappa successiva, la frazione di San Pietro, è stato invece luogo della rappresaglia fascista.
Ritornando verso il centro, con l'attraversamento del ponte sull'Adige, si prende la strada a
sinistra per Ca' Briani, si prosegue per Punta Pali, si supera il canale Botta e si raggiunge
Acquamarza, dove nel fienile diroccato dell'ex azienda Peruzzi, si intravede la stradina dove
venne ucciso Espero Boccato, fratello di Eolo.
Il percorso si conclude tornando verso il centro di Cavarzere e passando per il cimitero dove
ci sono le tombe di altri caduti, Gino Conti su tutti, fucilato con altri 6 compagni, e ricordato
da un cippo accanto allo scolo Tartaro".
Ispirata dal docente universitario a Ca' Foscari di Storia contemporanea Mario Isnenghi,
presidente dell'Iveser, la guida sarà disponibile a breve in biblioteca.