Giuseppe (Bepi) Granata lo guidò per circa un mese e mezzo quando Guido si ruppe
un piede scendendo dalla cabina.
Guido era affezionato al suo mezzo e, per paura che qualche giovane scriteriato lo guidasse durante
la sua infermità, fece quel tanto da riuscire a far condurre "il suo camion" dal cognato in
cui riponeva estrema fiducia.
Un giorno, Bepi, mentre si stava recando a S.Pietro, fu colto da sete e decise di abbeverarsi con
l'acqua che trasportava. Fermato il mezzo sull'argine dell'Adige scese per bere senza preoccuparsi
di un carro trainato da un asino che stava sopraggiungendo.
L'asino, alla vista del mezzo, si imbizzarri e, tentando la fuga, urtò con il carro che trainava
il rastrello inaffiatore rompendolo.
Bepi, a insaputa di tutti e per evitare brutte figure, si recò da un meccanico di biciclette
di S.Pietro e riuscì a far aggiustare la barra inaffiatrice per mezzo di una saldatura durata,
poi, per sempre.
Omero Badiale, ci dicono, fu il terzo e ultimo autista di questo mezzo.
Purtroppo di costui ignoriamo tutto; se qualcuno ha notizie da darci, lo ringraziamo.
Se vi capita di percorrere la strada che vi ho appena detto, in prossimità dell'autodemolizioni
rallentate e guardate, è lì, vicino alla recinzione, si vede bene.
Ringraziamo Duilio Avezzù e Rolando Ferrarese, proprietari delle foto, per avercele gentilmente concesse.
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Archivio Rolando Ferrarese
Cose rare e preziose
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Sarebbe bello poterlo recuperare e metterlo, protetto da intemperie e da vandali, sopra un piedestallo
come usano fare in tante parti con locomotive, carrozze, aerei.
L'altro giorno, passando per la strada che porta in Romea, l'ho visto ed ho subito capito che era Lui,
quel camion che, quand'ero piccolo, passava per la strada a bagnarla e noi ragazzi facevamo a gara a
chi si avvicinava di più al getto d'acqua senza bagnarsi. Qualche volta Guido ci faceva lo scherzetto
di aumentare improvvisamente il gettito d'acqua e allora... doccia per tutti!