Biografia c personalità artistica. Luigi Mainardi è nato a Cavarzere, in provincia di Venezia, l'11 aprile del 1946 da una
famiglia piuttosto numerosa. Attualmente abita a Torino in via Pier Dionigi Pinelli, 26.
Quinto di otto fratelli, Mainardi ba trascorso un'infanzia nella piena normalità, senza eventi salienti, senza vicende degne di
particolare menzione, così come ha trascorso la sua adolescenza, se si fa eccezione di una certa riservatezza del carattere che
lo rende schivo e di poche parole. Nel 1962, all'età di sedici anni, Luigi Mainardi si è trasferito a Torino senza che il suo
"curriculum vitae " segnasse accadimenti importanti sul diagramma della sua esistenza. Nel 1967 ha prestato regolare servizio
militare ed è stato proprio durante i monotoni mesi di naia che si è fatto strada in Mainardi il desiderio di sfuggire alla
uniformità della vita di caserma, per cercare di conservare in un modo o nell'altro quella personalità che incosciamentc andava
formandosi. Si delincava così. senza piena convinzione, l'apertura verso il mondo dell'arte che a buona ragione possiamo, nel suo caso,
far datare proprio da quell'anno. L'arte di Mainardi non ha avuto deviazioni o revisioni, in quanto il giovane artista, forse in
ossequio al suo carattere portato a fantasticare e ad evadere da qualsiasi situazione che non lo soddisfacesse pienamente, si è sempre
mosso lungo il sentiero di una impostazione trasognata, irreale o, se si preferisce, surreale.
Col passare degli anni questa "esigenza" interiore di Mainardi è andata prendendo sempre più corpo e consistenza, in quanto con gli
anni sono cresciute le pastoie (o per lo meno la coscienza della loro esistenza) che avvinghiano il vivere dell'uomo; si è fatta
sempre più impellente e sostenuta la necessità di trovare un varco confortante nel totale, squallido grigiore della vita umana.
Talvolta Mainardi sembra inseguire flutti di fantasia che lo conducono, senza clamori, in spazi di. assoluto, atarattico silenzio,
ma che sono in effetti fughe esagerate, esasperate, se si vuole, da un mondo che promette come pane quotidiano solo angustie e
privazioni.
Su questa strada che ha imboccato da autodidatta e che sempre in tale veste ha condotto, Mainardi va con le sue opere costruendosi
un mondo dove possa trovare definizione e realizzazione quella sua visione dell'esistenza disancorata dai grovigli psichici, dagli
intrichi nevrotici, dalle soggiacenze coatte, dalle obbedienze indiscutibili, dalle rinunce estorte in cambio di un corrispettivo
ben scarso (Giuseppe Nasillo).
Pensiero sull'arte. "L'arte e lo schermo visivo sul quale si proiettano i pensieri dell/anima ed i momenti dello spirito".
Pensiero sulla vita, "La vita è come certi muri: ognuno vuole scriverci sopra il proprio nome per lasciare un segno del proprio passaggio, ignorando che un giorno quel muro crollerà".
Documentazione critica. "Dobbiamo essere grati, in questo mondo che innalza lo stendardo della disperazione, ai visionari ed ai
sognatori perché tocca proprio ad essi additare all'umanità uno spazio incorrotto dove allocare i propri sentimenti.
Tra coloro che con la silenziosa intensità dell'arte sanno elevarci dalla miseria esistenziale e dalla squallida vacuità del reale va
collocato Luigi Mainardi la cui inventiva fantastica riesce a concretizzare quei sogni che ognuno di noi si trascina da sempre (latenti
o evidenti) nel profondo dell'inconscio. Le escursioni di Mainardi (che l'artista definisce spesso con i termini precisi di desiderio)
ci mettono in condizioni di percepire la disinvolta freschezza e franchezza di un uomo che conosce pienamente le limitazioni ed il senso
tragico della vita, ma sa elevare le sue schematizzazioni simboliche a momenti di catartica sintassi poetica, trasformandole talvolta
in contemplativi apologhi od in assorti monologhi disincantati e nello stesso tempo ordinati e precisi.
E' sorprendente notare come in tempi in cui si perpetrano spietati omicidi psichici ai danni di una umanità sempre più illusa e sempre
meno cosciente della propria giornaliera vittimizzazione, Mainardi sappia intramare paesaggi e personaggi convincenti, proprio per la
loro disarmante innocenza, con l'ausilio di armoniosi profili curvilinei. In questa suggestiva simbologia di una vita vissuta in forma
personale, lontana dall'ottusaggine burocratica e dal bovino ossequio al conformismo utilitario, Mainardi scopre finestre di speranza,
le quali fendono quei muri "montaliani" e carica le figure di una spiritualità che è tanto più universale e perentoria quanto più
appare indefinita ed indeterminata.
Se poesia è la fiducia di parlare a se stessi e di se stessi agli altri, Luigi Mainardi è poeta nel significato più completo della
definizione " (Giuseppe Nasillo).
"La fuga dalla realtà contingente e convulsa caratterizza la pittura di Luigi Mainardi. Egli si avvale di una particolare espressione simbolica, per naturalizzare una sua invenzione lirica. Il ritmo geometrico, che si snoda leggero e sobrio, in piani che si sviluppano secondo una tesi razionale, ci porta a valutare la realtà nei suoi conflitti umani che polarizzano momenti decisivi della nostra vita. Attraverso il filtro deH'immaginazione e del desiderio, Luigi Mainardi prospetta un'apertura alla speranza, la sola a confortare e a sospingere l'animo alla riconquista di una illusoria estasi di felicità. L'uomo, se vuole, può in alcuni momenti del giorno, liberarsi del peso della quotidiana fatica e rientrare in se stesso, per ritrovare e riscoprire la sua vera personalità. Nella pittura di Mainardi questo riscoprirsi è simboleggiato da emblemi circolari a guisa di oblò, nei quali si intravedono aspetti paesaggistici in tipiche forme miniaturali. In mezzo al frastuono degli opifici, nel trambusto alienante della viabilità, ecco che appaiono, come d'incanto, alberi di sogno, visioni che preannunziano il sereno riconciliarsi dell'animo, spazi d'azzurro nel tetro confondersi di nembi e sono, appunto, i richiami lirici, che il pittore prospetta come soluzione ai conllitti interiori" (Michelangelo Mazzeo).
Mostre e Premi
Personali:
Torino (1970 e 1975).
Collettive:
Centro d'Arte "Le Pleiadi"
(Torino, 1973):
Rassegna "Autunno Torinese"
(Torino, 1973);
Foyer del Teatro "Erba"
(Torino, 1973);
Giornata d'Arte
ad Aosta (1974);
Saletta "Spazio A"
(Torino, 1974),
Premiato al "Città di Torino"
per la sezione "Grafica";
Saletta "Spazio A"
(Torino 3-12 sett. 1974;
ecc.
È presente in alcune
pubblicazioni specializzate
come "IL Narciso"
e "Tuttarte".
Sue opere si trovano
in Collezioni private