La Corte Suprema di Cassazione di Venezia, il 12 febbraio 1947, condannerà per questo omicidio lo squadrista Luciano Berto a 12 anni (non
luogo a procedere in quanto reato estinto per amnistia).
nota a cura di Liana Isipato
a G.Pavanello è stata intitolata una via di Cavarzere
[pagina aggiornata al 28/2/2010]
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Giuseppe Pavanello, assessore socialista e capolega della Federbraccianti, è una delle prime vittime della violenza fascista a Cavarzere.
Il 3 aprile del 1921 un gruppo di squadristi giungono a Cavarzere da Loreo con chiari intenti provocatori, dopo aver devastato
-la sera prima- la locale Camera del Lavoro.
Dai giornali dell'epoca e dalla relazione del prosindaco Di Rorai al Prefetto di Venezia si può ricostruire la dinamica dei fatti:
Pavanello cerca di placare gli animi mentre i fascisti assalgono verbalmente e poi si azzuffano con un gruppo di lavoratori e viene ucciso
da un colpo di pistola.
E' grande emozione nel paese. La Giunta municipale, con deliberazione n° 160 del 6 aprile 1921, stabilisce di fare il funerale a spese
del Comune "per testimoniare alla famiglia la costernazione dell'Amministrazione comunale per la perdita del Collega che con la sua lealtà
e bontà d'animo aveva saputo conquistarsi anche la stima dei partiti avversari".
Nell'organo della Federazione provinciale socialista "II Secolo Nuovo" del 13 aprile si legge a pag. 3 "Giuseppe Pavanello, capolega
generale per Cavarzere, membro del comitato esecutivo della nostra Federazione, è caduto.
Leale e convinto difensore dei diritti dei contadini del Cavarzerano fu sempre al suo posto. Egli, nella sua rudezza di contadino autentico,
portava in tutte le discussioni politico-economiche la bontà del padre, l'avvedutezza dell'uomo provato alle lotte della vita, la praticità
e la tecnicità dell'uomo che imparò nel libro del lavoro. E' morto eroicamente sul campo della lotta.
Con lui, il Cavarzerano, la nostra Federazione provinciale perde uno dei suoi migliori".
Via Pavanello entrata da Via Regina Margherita (a sinistra) e da Via Piva
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